L’ultima stella – Vorreste davvero vederla cadere?

Copertina L'ultima stella.jpgDopo la pausa natalizia, rieccomi a presentare una delle “7 briciole lungo la strada” .

Innanzitutto una piccolo chiarimento sul fatto che la 3^ briciola abbia sforato la scadenza mensile.

Questo è un album praticamente “trasmesso in diretta” e la sua formula “a rate” subisce gli accadimenti che, nel bene e nel male, influenzano tutti i progetti che vengono raccontati in corso d’opera. Parlo di “imprevisti” che viaggiando  in tempo reale, non posso e soprattutto non voglio nascondere. Capita perciò di incappare in una situazione che non avevo preventivato, in questo caso lo slittamento è stato dovuto al fatto che i digital stores non garantiscono la pubblicazione nei termini richiesti nel periodo natalizio. Non lo sapevo. Dopo averlo scoperto ho preferito non pubblicare comunicando una data che poteva non essere rispettata. Ne ho approfittato per impostare  il lavoro in modo diverso. Grazie a questo slittamento infatti, ho avuto la possibilità di contattare alcuni artisti che presteranno la loro opera partecipando alle prossime briciole. Non faccio ancora nomi :). Vedrete di volta in volta 😉

Passiamo alla canzone.

L’ultima stella è un raccontino, quasi una favoletta cantata. Non ho mai nascosto la mia ammirazione per autori come Gianni Rodari e Sergio Endrigo che tanto erano in grado di parlare e spiegare ai più piccoli usando un linguaggio semplice. Non è certo questo il caso ma l’intenzione, scrivendo il testo, era quella di trattare l’argomento proposto utilizzando la tecnica narrativa propria della “fiaba”

L’ultima stella Parla di quei tratti fortemente negativi che spesso caratterizzando gli uomini di fronte all’abbondanza. L’essere avidi, l’esigere, il pretendere, il non accontentarsi che induce all’egoismo e alla sociopatia. Un uomo che diventa come il cane del racconto di Fedro che, notando la sua immagine riflessa nel fiume che, come lui, stava trasportando un pezzo di carne, si getta nel fiume per rubare anche quella e così facendo perde la propria.

Ho immaginato un’utopica notte dei desideri. Una surreale notte che avvolge in tutto il mondo a prescindere da latitudini e fusi orari. Miliardi di persone di fronte a miliardi di stelle. In numero perfettamente uguale.

L’abbondanza di desideri da esprimere sopra le loro teste.

Iniziano le pretese, le volontà, le richieste e per ogni esigenza una stella si carica di un fardello enorme e cade… Una persona dopo l’altra, una stella dopo l’altra. Dopo ogni desiderio espresso un uomo si addormenta impigrito dall’opulenza e dalla certezza di essere esaudito e una stella si spegne dopo aver realizzato il suo sogno.

Il cielo diventa sempre più buio e l’umanità sempre più silenziosa finchè tutti non si addormentano, tutti tranne un uomo. Finchè tutte le stelle non svaniscono, tutte tranne una.

A questo punto si verifica il miracolo che solo la possibilità di vedere le cose da una prospettiva diversa, può far accadere.

Quell’ultimo uomo non ha nulla di speciale rispetto agli altri. Non è più generoso, non è più altruista. Di diverso c’è solo una situazione che gli altri non avevano vissuto. Sarà l’ultimo rimasto ancora sveglio e non avrà più di fronte l’abbondanza.

E’ rimasta solo una stella. Si rende però conto che se anche lui come tutti gli altri esprimerà il suo desiderio, l’umanità intera sarà avvolta dal buio e nessuno potrà più permettersi di sognare perchè non ci sarà più la speranza di poter desiderare qualcosa senza una stella che stia ad ascoltare.

L’uomo e la stella si guardano. In quell’uomo adesso emerge l’umanità vera, il lato “divino” dell’essere umano. Non più egoismo e apatia ma “empatia”. La capacità di guardare attorno le persone che dormono e pensare che tutti dovrebbero avere la possibilità di un sogno da realizzare. Quell’uomo quindi, non chiederà nulla perchè tutti possano avere una possibilità in futuro.

Tutti si svegliano e tutti comprendono il gesto, tanto che nessuno oserà togliere questa speranza agli altri, pur potendolo fare. L’umanità si redime grazie a un gesto semplice.

Io non credo che questo racconto sia così lontano dalla realtà.

Ho volutamente enfatizzato la sscena “contringendo” il protagonista a dover scegliere tra un ultimo gesto di egoismo o di generosità, però i miei riferimenti sono stati presi dalle cronache e dalle tantissime belle storie di umanità che poco vengono reclamizzate.

Oggi ci si lamenta tanto e spesso senza pensare che i nostri parenti 60 anni potevano permettersi decisamente meno. Va bene i tempi di crisi e va bene che la qualità della vita si possa sempre migliorare, ma le file di fronte ai negozi di elettronica appena esce un telefono con un aggiornamento da nulla rispetto al modello precedente, fa riflettere su cosa la gente percepisca come bisogno e cosa come pretesa.

Poi però capita di aprire gli occhi e di vedere un mondo fatto da persone che si mettono a disposizione anche di sconosciuti.

Pensate ai volontari che scavano dopo i terremoti, alla nonnina che a lampedusa fa il pane per chi è appena sbarcato, ai ragazzi che fanno volontariato nei dormitori e nelle mense pubbliche, a chi va lontano in paesi poveri a cercare di costruire un pozzo o una scuola. Alla gente di Scampia che lottando contro i luoghi comuni costituisce laboratori, palestre e radio per i ragazzi del posto.

Ecco che di fronte al poco, alla ristrettezza, in ogni persona emerge quell’umanità buona, positiva, laboriosa… La stessa nata per istinto in quell’ultimo uomo quando si è ritrovato di fronte all’ultima stella!

Che la vita vi somigli,

Carlo

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